Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Buen Cammino, Ho passato la notte nell’albergue municipale di Cacabellos all’uscita del paese costruito intorno alla chiesa/santuario della Virgen de las Angustias, dividendo la stanzetta da due posti letto con un ragazzo Giapponese.
Mi sveglio dopo una grande dormita e mi ritrovo a fare colazione da solo, molte delle persone che ho conosciuto e con cui ho percorso diversi tratti sono scomparsi così come erano comparsi.
Dopo la colazione a base di frutta fresca e secca, riparto sotto un cielo azzurro con temperatura di dieci gradi.
Il Cammino inizia sull’asfalto e costeggia la carrettera, all’uscita del paese un cartello indica duecentoventi chilometri a Santiago de Compostela.
Giunto a Villafranca del Bierzo visito la chiesa di Santiago e uno spendido giardino comunale.
Dopo aver superato un bel ponte e diversi paesini fino ad arrivare a Vega de Valcarce il sentiero è fatto di blocchi di cemento tipo New Jersey che incrocia di continuo l’autostrada sotto i suoi viadotti.
Arrivato a Las Herrerias ai piedi della salita che porta O Cebreiro il paesaggio è tutto cambiato, ora è totalmente verde e fresco con  tanti ruscelli di acqua sorgiva da cui spesso bevo.
Altri otto chilometri tutti in salita percorsi guardando dall’alto verso il basso un paesaggio meraviglioso.
Ce l’ho fatta dopo dieci ore di Cammino, una colazione e un gelato per pranzo ma se fossi arrivato anche solo qualche minuto più tardi non avrei trovato da dormire.
Dopo la doccia niente bucato, fatta la spesa per la cena e la prima colazione, in branda non riesco a prendere sonno a causa della tanta adrenalina ancora in circolo.
 
Buen Camino, sono stato svegliato da una tipa spagnola conosciuta nell’albergue di Cacabellos che ha voluto insistentemente farmi dono dei suoi bastoncini che ho accettato.
Dopo aver fatto colazione in alberque mi accorgo di essere l’ultimo a lasciarlo, fuori il panorama è di un bello che ti lascia senza fiato, ammiro lo spazio al di sopra della nebbia che è immobile nel fondovalle provando una dimensione da sogno fatta di visioni reali fotografate in modo indelebile dalla mia memoria.
La solitudine di questi ultimi giorni, in un certo senso mi ha reso più vigile e attento trasformando il mio modo di vedere quello che mi circonda, mentre il mio cuore elaborando silenziosamente ciò che mi accade attiva dei sentimenti interni che provvocano in me forti emozioni. 
Chiuso tra i miei pensieri, mi avvio contento perché il mio Cammino l’ho amato dal primo istante quando ho pensato di farlo e adesso rimarrà dentro di me.
Parto alle dieci e mezza con l’obiettivo di raggiungere Fonfria ad appena tredici chilometri da O Cebreiro.
Salgo senza probblemi sia l’alto di San Roque sia la salita all’Alto do Poio dove dopo quattro ore di Cammino mi fermo in un bar per mangiare un panino.
Sono in Galizia e un cippo di pietra mi ricorda la distanza per Santiago de Compostela centocinquantadue chilometri.
Il sentiero, ben segnalato taglia i boschi e le montagne, mantenendosi per buona parte al sole ed è davvero piacevole percorrerlo; sosto di frequente per scattare foto a ripetizione.
Camminando da solo, non ne ho avvertito il peso e con gli occhi, lo spirito pieni di entusiamo e felicità, anche oggi finalmente vedo qualcosa che assomiglia a un campanile ciò mi fa intuire che dopo nove ore di Cammino sono arrivato, anche per questa sera a casa, se casa si può definire la parte bassa o alta d’un letto a castello.
Dopo la doccia, il lavaggio e l’asciugatura dei panni, cena in albergue in un edificio poco distante, la cena squisita mi rimette in sesto e poco dopo mi infilo dentro il sacco a pelo, ho bisogno di dormire e sognare sempre.