Essere camminanti .... il mio quinto Cammino 2018

"Voglio tornare sul cammino, voglio che succeda. Fin dalla prima volta l’ho voluto molti anni fa.
Lo voglio fare per me, perché mi ha sempre entusiasmato.
Mi considero un camminante speciale, non perché migliore di altri, ma semplicemente perché la vita mi ha posto nella condizione di poter partire e non solo sognare un cammino che forse non sarebbe mai esistito.


Vorrei poterci essere con maggior frequenza.- Lo dico perché ciò non venga confuso con l’idealizzazione di qualcosa lontano"

"Il cammino ti può fare cambiare piano piano. Prima ti attrae per l’anonimità, perché non ti senti osservato. Poi ti sfibra con le tappe lunghe senza la possibilità di trovare un bar. Ti ipnotizza con la porzione alta di un campanile, con le lunghe distanze da percorrere e con il cielo che ogni giorno ti regala un colore diverso. Con gli sguardi diretti e le parole vibranti, e in qualche modo ti anestetizza a tal punto da credere, che quello sia l’unico modo di vivere. Vedere preparare molteplici piatti tradizionali ed essere invitato ad assaporarli, fare colazione e constatare che non esistono solo cappuccino e cornetto e cosi, senti il legame che ci lega a una terra. Non mi importa quale sia più buona, mi basta sia unica"

"Infine scopri che l’anonimità e la libertà nascondono spesso una carenza di società ideale (condivisibile o no), con emozioni forti e con la dovuta tolleranza.
E quando sei insieme agli altri camminanti, cominci a pensare.
Perché io credo che nel divulgare la propria cultura, i propri principi e i valori nel voler mostrare loro come sono fatto con parzialità, perché sto dalla parte di ciò in cui credo, tutto cio’ è un bene intangibile che si acquisisce lentamente, con le amicizie, i ricordi, un patrimonio di orizzonti osservati e saluti scambiati. E’ questo quello che voglio lasciare a tutti quelli che incontro"

"Essere sul cammino insieme ad altri camminanti è una risorsa che mi ha aiutato tantissimo e vorrei per loro la luce delle estati lunghe, la presenza e gli affetti della famiglia allargata, il vivere la società all’aperto, una vita reale. Le onde e le montagne, il cielo azzurro e le stelle, il vento tiepido d’estate e quella signora che un giorno mi offrì un bicchiere d’acqua. Perché siamo camminanti, e che così sia.
Perché sarebbe bellissimo che provassero anche loro un giorno almeno in parte, lo stesso senso di appartenenza. Ma per adesso la vita passa rapidamente ed ogni giorno guardando indietro, ripensando all’inizio del prossimo viaggio e sorrido al pensiero di chi ero nel passato ed ho così la consapevolezza di essere cresciuto, di aver fatto passi importanti. "