Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Il Camino guarisce il corpo senza prendere medicine e fa meglio della meditazione, è come una sorta di medicina naturale.
La marcia costringe ad avere un rapporto con il nostro corpo, il cervello interpreta tutti i segnali che arrivano dall’organismo, vai piano ma consumi tanto e sei di buon umore.


Ho percorso settecentocinquanta chilometri a sessanta anni, e con me tanti quelli che si sono messi in marcia senza troppo allenamento.
Giorno dopo giorno il mio senso di autoefficacia e di fiducia è aumentata permettendomi di raggiungire Santiago de Compostela senza problemi.

Siamo fatti per andare a piedi, il "Camino" è una prova che possono affrontare tutti a ogni età, senza tralasciare la prima parte del trasferimento, anche se ci sarebbe qualcosa di più da raccontare.
Dall’aeroporto della Malpensa a Bordeaux in aereo, biglietto ferroviario da Bordeaux a Saint Jean Pied de Port con fermata intermedia a Bayonne, dove, anziché proseguire con il treno, ho trovato ad aspettarmi diversi autobus sostitutivi.
Arrivo a Saint Jean Pied de Port nel tardo pomeriggio; diversi aspiranti pellegrini vagano con un atteggiamento tra il curioso e lo spaesato per le strette vie del centro, in attesa di partire l’indomani mattina.
Mi avvio con passo spedito verso il centro visitatori per far apporre il primo timbro sulla credenziale che attesta il luogo di partenza; purtroppo la coda è lunga a causa di un folto gruppo di pellegrini asiatici.
Terminata l’attesa il volontario mi spiega che non c’è più posto in ostello, ma che provvederà a farmi alloggiare in una casa privata insieme a due coppie di australiani.
Il tempo di sistemare gli zaini, dare uno sguardo alla camera e ci incamminiamo in cerca di un posto dove cenare.
Mangiamo menu alla carta, mentre parliamo di provenienza e motivazioni in quella lingua fatta di gesti e di aiuti di traduzioni.

La mattina seguente, con uno zaino di sei chili sulle spalle con dentro praticamente niente, poche certezze ma tanta voglia di inziare il mio "Camino", saluto con un caloroso buen Camino i miei primi compagni che prenderanno il sentiero a valle mentre io quello a monte.
Prima di uscire dalla porta di Santiago faccio visita a una chiesetta, accendo una candela chiedendo di avere la forza di arrivare fino in fondo.

Inizio così il mio "Camino" alle pendici dei Pirenei; al di là dei monti che ho davanti c’è Roncisvalles.
La strada per un breve tratto è asfaltata, poi sentiero di montagna.
Dare o ricevere il saluto “buen Camino“ si ripete ogni qualvolta si incontrano dei pellegrini.

La fatica è ripagata da panorami che ti appaiono dopo salite durissime e pendenze mozzafiato.
Cala la nebbia e la visibilità si riduce, ma sono deciso e determinato e tengo un ritmo elevato.
Bagnato all’esterno e sudatissimo all’interno, mi fermo per bere e assaporo l’idea della compagnia che avviene spontanea, ed io vi aderisco con entusiamo.
Scambio due parole con Thomas e Oscar e da questo momento sono certo che condividerò qualcosa con tutte le persone che incontrerò.
L’arrivo alla collegiata di Roncisvalle avviene all’improvviso appena si esce dal bosco ed è davvero coinvolgente dopo aver camminato per otto ore circondato da un paesaggio nuovo ed a volte irreale.

E' stata dura ma non molto di più di quanto pensassi.