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Il mio "Camino" verso Santiago 2014
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Buen camino, dopo aver lasciato il delizioso alberque a Rabanal del Camino, dove hanno cercato di darci veramente il massimo sul piano dell’ospitalità e della simpatia, siamo arrivati passando sotto un bellissimo arcobaleno alla Cruz de Hierro, il punto più alto dell’intero cammino dove si respira spiritualità sospesi nella nebbia.
C’è un rispettoso silenzio da parte di tutti i presenti nel compiere l’atto di depositare la propria pietra.
A turno si scende dalla sommità per dar modo a tutti di avere una foto ricordo e i visi sono piene di emozioni.

Sole, freddo, nebbia, un narciso, una viola, che ogni tanto fanno la loro comparsa ai bordi dei sentieri da capre, le “pallozas” case con il tetto di paglia e poi ancora tante pozze d’acqua stagnante colmi di girini di tutte le misure.
Come per magia il tempo si rasserena e abbiamo potuto godere con lo sguardo il dislivello nella quale ci apprestavamo a penetrare, la discesa non è meglio della salita, o perlomeno richiede molta attenzione e una postura adeguata.
La discesa verso valle di dodici chilometri è durissima e sembra interminabile, con paesaggi mozzafiato aggira e costeggia più volte la strada asfaltata attraversando i piccoli paesi di El Acebo, Riego de Ambros fino ad arrivare al bel villaggio di Molinaseca con graziose e caratteristiche case, dove finalmente si conclude dopo cinque ore di Cammino la discesa e la tappa odierna.
Sono talmente stanco che avrei voglia di buttarmi sul materasso e dormire senza cena, ma bisogna massaggiare i piedi e sollecitare i muscoli indolenziti delle gambe, ungere le giunture.
Occorre mangiare bene per riprendere forza quando si conclude una tappa come quella di oggi, perché durante il Camino si mangia poco, anche se a più riprese.
Il sonno notturno è importante per prendere le forze, ma se nella camerata c’è qualcuno che russa tutto e compromesso è sarà difficile potersi addormentare e riposare completamente.