Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Il mio "Camino" verso Santiago 2014

Buen Camino, mi sveglio presto e riposato.
Il nuovo giorno inizia con una sorpresa, mi ritrovo a fare colazione in compagnia della sola Kim perchè le altre ragazze sono partite prestissimo.
Il cielo è parzialmente coperto, parliamo poco ed è il silenzio l’unico rumore che ci circonda.
Oggi faranno i funerali di mio cugino Antonio, con lui perdo un fratello maggiore che non ho avuto.  
Il ritmo è buono e i chilometri si succedono con facilità e il passo, che pareva tranquillo e constante, con sorpesa si rileva una buona andatura portando la media a quattro chilometri e mezzo all’ora. Anche gli altri pellegrini che incontriamo hanno un passo sostenuto e un pò tutti  a turno ci alterniamo alla testa della fila che man mano si và formando.
Tutti nella stessa direzione a seguire le freccie gialle, ognuno con i suoi pensieri senza che li divida l’abito, la condizione, la nazionalità, e tutti poi a pensare “forse” come sarebbe bello un mondo vissuto su questi valori e la melodia scritta da uno dei Beatles mi ritorna in mente.
Dopo dieci chilometri arriviamo a Terradillos de Templarios centro abitato con non più di dieci case, dove nulla resta dell’antica roccaforte, solo il nome ne conserva la memoria.
Davanti ai miei piedi ci sono altri undici interminabili chilometri di pianura senza fine, per arrivare a Sahagun, il centro geografico del Cammino Francese.
Un paio di chilometri di periferia tra la zona industriale e la ferrovia, poi il centro della città  dove il colpo d’occhio è impressionante non tanto per la sua bellezza, quanto per il numero  di chiese.
Nell’antica chiesa della Trinidad c’è l’albergue municipale de Peregrinos Cluny che però d’inverno chiude e al suo posto viene aperto un albergue più piccolo e ne vedi il cartello affisso fuori dal portone.