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Il mio "Camino" verso Santiago 2014
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Buen Camino, partiamo alle otto con un cielo nuvoloso, l’aria fresca ci fa sentire bene e ci fa procedere spediti, la nostra meta è l’albergue municipale di Cacabellos, a ventitré chilometri da Molinaseca.
In due ore e mezzo arriviamo davanti alle imponenti mura del castello di Ponferrada, questa volta gli orari spagnoli fanno al caso mio così pure l’ingresso che è gratuito, giornata ideale per visitarlo mentre le mie compagne preferiscono proseguire.

L’ingresso del castello è preceduto dal fossato con sopra un ponte levatoio, seguono due grandi torrioni con merlature uniti da un arco e il portone che sembra disegnato apposta per un cartoon della Disney.
Così infatti deve essere il castello delle fiabe: esattamente con quel portone d’accesso, con quella merlatura, con la pianta quadrata e irregolare dell’edificio, il fossato e il ponte elevatoio.
Da solo riprendo il Camino quasi in completa solitudine, sono pochi i pellegrini che scorgo davanti a me e il loro procedere lento mi invita ad accellerare il passo come se mal volentieri sopporto qualcuno davanti a me.
La strada è ancora tanto lunga, duecento chilometri a Santiago di Compostela, chissà magari il Cammino ha in serbo per me qualcosa che ancora non ho scoperto.
Gli ultimi dieci chilometri sono stati davvero pesanti, camminati più con la testa che con le gambe, inoltre, è inutile mentire, risento ancora i tanti chilometri di discesa della tappa precedente.
Il percorso di ieri mi ha sfinito fisicamente mettendo a nudo tutte le mie problematiche corporali, ma il buon esito di questa impresa m’incoraggerà a organizzare il prossimo camino.
Poi, dopo più di un’ora tra vigneti e campi coltivati d’un tratto, quando temi d’avere un miraggio da un momento all’altro, intravedi un campanile e allora ti rendi conto che sei arrivato, ti rendi conto che, anche per oggi, hai finito, sfoggi il tuo miglior sorriso mentre porgi la credenziale di Pellegrino all’Ospidalero e sai per certo che domani ricominci a camminare e tanto ti basta.