Mille miglia, un sogno Ho intrapreso questa traversata per passione? Voglia di vivere? Forza vitale? Ognuno la chiami come vuole. Lo scopo non era riuscire a fare la traversata, ma viverci dentro adattandomi, trovandomi bene in tutte le situazioni climatiche di mare e di vento.
Uno degli obiettivi più importanti era provare a farlo bivaccando, dormendo all’aperto con solo la tenda, e se necessario trovare dei ripari notturni. Quelle notti sotto le stelle vicino al mare mi hanno dato serenità e accoglienza.
Procedere su una rotta sconosciuta che prende forma davanti alla prua nella nebbia o nell’oscurità ha cambiato le mie aspettative.
Il vento inoltre mi ha regalato la gioia di godere del silenzio della navigazione a vela e del rincorrersi di ricordi, di momenti di rilassamento o di tensione, così come decide il mare, la dove voglio andare, dove non ci sono segnati confini, non svolte obbligatorie, solo il cielo che lontano tocca l’acqua.
Dopo la traversata ho perso parecchio individualismo, ho spostato molta attenzione dall’io a ciò che c’è fuori, intorno, con più voglia di ascoltare.
L’uomo e il mare un rapporto a due. Molte volte avevo già vissuto grazie al nuoto, alla vela, all’apnea, alla pesca e al kayak-fishing questo stretto legame.

Ho incontrato il mare solo con le mie forze in solitario, nel totale rispetto ambientale; questo viaggio mi ha dato un punto di osservazione diverso, nuovo e totale.
Il mare tutto intorno a me, io e il kayak in ammollo, in acqua nel vero senso del termine, per ben trentanove giorni e ogni giorno aggiungevo al mio viaggio sempre nuove emozioni. Calma piatta, via di pedali e pagaia.
Alito di vento, a vela spiegata.
Piccolo tsunami, vela quanto basta e pedalate a tutta velocità per cercare un approdo sicuro.
Pescare solo per necessità. La vela con la scottina legata all’ama per ripararmi dal sole cocente.
Termiche, in ogni tratto di costa ne scoprivo una nuova e sempre diversa dalle altre, certe volte mi sono sentito affranto, sfinito per la durata di questi fenomeni, ma sempre più forte alla fine. Così il mare ogni giorno mi svelava i suoi segreti, le sue anomalie, le sue emozioni e i suoi cambiamenti repentini ed io da intruso l’ho rispettato, con giubbotto salvagente autogonfiabile e cinghia elastica di sicurezza, anche se qualche volta a denti stretti, molto stretti.
Insegnamenti che non dimenticherò.
Alcuni momenti sono stati imprevedibili, esagerati e altre volte calmi, anche troppo, ma molti sono stati i momenti in cui l’animo era calmo e il corpo rilassato in totale armonia con il mare.