La Toscana mi ha regalato dei paesaggi davvero straordinari: Golfo di Baratti e Populonia, Salivoli dove al largo ho incontrato un bellissimo veliero ed i suoi prodieri all’opera sulla coffa dell’albero maestro.
Il passaggio a Piombino in mezzo ai traghetti non è stato problematico, vista l’esperienza acquisita a Genova dove spesso pescavo in mezzo a traghetti e navi da crociera, ma di certo non mi aspettavo tre rimorchiatori d’altomare a poppa che mi hanno un po’ intimorito per la loro velocità.
Il primo di luglio a Follonica la sveglia puntata come ogni giorno alle 04:30 del mattino è stata allietata da cornetto e caffè offerto da Encho, che mi ha anche accompagnato per un tratto e salutato con qualche indicazione per l’attraversamento tra la Maiala e i suoi Maiali, in direzione Punta Ala.

Vista la calma di mare mi sono dedicato un po’ alla pesca e mentre ero in equilibrio instabile a cavalcioni sul pozzetto di prua abboccò un pesce di quelli che quando hai recuperato tutto e li guardi negli occhi ti dicono “ciao” e si riprendono filo per mezza bobina.
Orzo e per un una decina di minuti siamo io e il pesce, poi l’ancoretta ha la meglio e il mulinello lo porta sottobordo. In equilibrio tra la seduta e la schiuma delle onde lo tiro a bordo, lo finisco a coltellate e non potendolo cucinare a bordo lo sfiletto ed ecco servito il sashimi di leccia. Alla pesca avrei dovuto dedicarmi solo nel pomeriggio prima della sosta serale se la mia intenzione fosse stata procurarmi del pesce per mangiarlo cotto.
Altrimenti mi sarebbero venuti gli occhi a mandorla a furia di mangiare sashimi.
Solo una volta a causa del bucato e alla necessità di ricarica accumulatore mi sono concesso una sosta in più e in quel caso anche una dose doppia di riso, perché quel giorno non avevo avuto fortuna con la pesca.
I miei pasti generalmente li ho sempre consumati in navigazione, anche i panni li ho fatti asciugare durante la navigazione grazie alla brezza, ma ho dovuto smettere di utilizzare quel metodo perché qualche pezzo di abbigliamento intimo l’ho smarrito durante l’asciugatura.
Se qualcuno dovesse trovare un paio di slip con dei pesciolini sono i miei.
Quel giorno grazie ad una leggera brezza con poca fatica mi sono diretto verso Marina di Grosseto. La mia prossima sosta sarebbe stata Porto Santo Stefano per incontrare il mio amico Dragonfly.
Qualche miglio prima dell’arrivo pescando a traina con l’artificiale ha abboccato una ricciola, quella sarebbe stata la mia cena.
Dragonfly è arrivato sul tardi, sono stato felice di averlo incontrato dopo tanto tempo. Lasciato il paradiso dell’Argentario, sono entrato nelle acque territoriali degli amici laziali e romani (se parliamo di fede calcistica).