Mi aspettava la traversata, dovevo solo scegliere il punto più idoneo e l’orario giusto per la marea con flusso discendente, altrimenti rischiavo di trovarla al contrario. Sono arrivato a Cannitello dove chiedo consigli per la traversata ad un pescatore che ascoltandomi pazientemente prima di darmi i suoi consigli su come affrontare lo stretto mi chiede da dove arrivo e perché vado in Sicilia. Rimango attonito, mi vengono in mentre diversi motivi, ma nessuno a lui sembrava plausibile.
Sono dovuto tornare indietro fino a Scilla da li uscire fuori, dritto qualche miglio e per magia ho trovato un primo flusso di corrente che dolcemente mi portava con se a 3,7 nodi.
Non tento nemmeno di capire, lascio che il kayak vaghi per il mare pescoso, tra gorghi e ondine dalle forme che si fanno sempre più strane man mano che la corrente mi risucchia.
Ed eccomi finalmente ad attraversare lo strano mare dello Stretto di Messina, con gli occhi brillanti e lo sguardo che spazia sul mare fatto di gorghi e correnti, di navi e spadare dove mi attendeva una bella sorpresa. Un piccolo pesce spada con una grande spada, di circa mezzo metro che per ben due volte mi ha schiacciato l’occhiolino, per poi sparire nuovamente nelle acque, mi aveva dato il benvenuto nella terra del sole, amore e arancini.
Ho dovuto velocemente issare la canna, anche se ci avevo pensato ad un bel pesce spada alla griglia, ma la priorità era la navigazione, e salutato il pesciolino, mi sono concentrato sulla traversata.
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Mille miglia, un sogno - La traversata dello stretto
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