Camino immensamente umano.
Nel momento in cui con lo zaino sulle spalle ho intrapreso a piedi il più antico dei viaggi, lontano dalla città e dalla folla, mi sono accorto che oggi siamo avvolti da tanti rumori e presi da mille incombenze e questo mi ha fatto scoprire con stupore, che, per la prima volta dopo anni e anni, le mie preoccupazioni si limitavano a poche cose semplici e veramente essenziali.
Sono anni che cerco di conoscermi, ma nei pochi giorni del camino ho finalmente cominciato a capirmi, trovando anche il tempo di parlare a me stesso.
E' stato come se tutti i pellegrini che mi hanno preceduto avessero lasciato una scia di energia positiva, e, ricalcandone le orme, ho condiviso le loro gioie e fatiche.
Ero esausto ma contento, ma anche triste.
Nei giorni che precedevano l'arrivo a Santiago il tempo scorreva in modo diverso dal solito.
Mancavano un centinaio di chilometri per giungere alla Cattedrale di San Giacomo e una sensazione unica e intensa mi alleggeriva persino il peso dello zaino.
Questa sensazione che mi faceva sentire vicino agli altri voleva convincermi a tornare indietro e ricominciare il camino da dove l'avevo iniziato.
Continuavo a chiedermi se fosse più gratificante camminare verso una meta che raggiungerla.
Anche se al termine di un pellegrinaggio c'è sempre un luogo santo, il camino non è stato raggiungere la meta, ma bensì un punto di partenza.
La voglia di farlo non è stata dettata dalla fede e nemmeno da ricerca spirituale ma dall'interesse per la cultura, la storia, la natura e per parlare con persone che avevano molteplici motivazioni e con rispetto e tolleranza sempre.
Il bordone, caratteristico bastone come primo sostegno virtuale per partire alla ricerca di un senso l'ho ricavato e posto alla mano dopo averlo scelto in natura nei sottoboschi tra Roncisvalle e Zubiri.
I bastoncini poi, ricevuti in regalo da una Pellegrina Spagnola che terminava il camino O Sebreiro mi hanno permesso di camminare con più sicurezza e risparmio di energia.
Giunto nella piazza di Santiago tutt'uno con tutti, mi unii ai canti ed ai racconti.
Mentre tutti insieme godevamo di intensi attimi di vita, con una dolce luce negli occhi e viso sereno con la testa rivolta in alto, mi accorsi di avere pieni di lacrime gli occhi.
La mente conserverà il ricordo di luoghi sconosciuti, panorami particolari e appaganti.
Come bere acqua alle fonti, tanti momenti condivisi con una umanità motivata che non avevo immaginato.
Il “Camino” per il senso di comunione e bellezza è stato l'indicazione per una strada che dovrei percorrere, per come dovrei essere, ed il ricordo continua ad emozionarmi.